giovedì 3 luglio 2008

Kebedech Seyoum

[...] Prima di andarsene verso la zona delle uova e delle galline, Saba si raccomandò a Etiè Elsa: "Le racconti bene dei nostri guerrieri". In più di un'ora Etiè Elsa mi fece il resoconto di tutti i gruppi che combattevano nello Showa, nel Minjar, nel Menz, nel Bagemader. Mi disse i nomi dei capi di ciasun gruppo, e alla fine della lunga lista pronunciò quello di Kebedech Seyoum. " Una donna? E come mai c'è un capo donna?", chiesi meravigliata. " Era la moglie di Aberrà Kassa. Dopo che gli italiani hanno ammazzato suo marito, lei, nascosta tra le montagne, ha preso il comando dell'armata. Sapessi [...], dicono che sia un capo migliore degli uomini. Una combattente senza eguali. I suoi uomini la venerano. Ogni imboscata della sua armata si conclude in una vittoria, e ad ogni vittoria i contadini e le genti del Selale lasciano le loro terre per unirsi a lei. Gli italiani la cercano, la cercano, ma ancora non sono riusciti a catturarla [...]. Da quel primo incontro con Etiè Elsa smisi di piangere la notte, e quando accadeva che mi svegliassi di soprassalto, in preda all'angoscia, rivolgevo il pensiero a Kebedech Seyoum. "Un giorno - dicevo a me stessa - ti raggiungeremo e diventeremo parte della tua armata". Era un pensiero che aveva il potere di calmarmi e infondermi coraggio, darmi la forza per riuscire a governare la mia vita in città, a servizio di un italiano. Un talian sollato.

da Gabriella Ghermandi, Regina di fiori e di perle, Donzelli 2007

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E' intorno alle suggestioni evocate dalla storia di Kebedech Seyoum che una rete translocale di donne si sta aggregando, con il nome di Laboratorio femminista Kebedech Seyoum. Abbiamo cominciato da tempo a confrontarci sui temi del sessismo e del razzismo attraverso diversi momenti ed esperienze, - da Donne di mondo al gruppo nato dal tavolo razzismo del Flat romano dello scorso febbraio, dal Sommovimento antirazzista e antisessista al confronto in occasione dell'ultimo Flat bolognese tra connessioni (soprattutto con le donne del Coordinamento migranti) e disconnessioni - e crediamo sia venuto il momento di dare ulteriore forma e forza alla nostra pratica teorica e politica. Alcune di noi saranno presenti - con uno striscione comune insieme ai collettivi Amazora e Figlie Femmine - alla manifestazione dei/delle migranti del 5 luglio a Bologna.
Perché la lotta delle donne contro il fascismo, il sessismo e il razzismo non ha confini.
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