venerdì 10 luglio 2009

Michelle Obama, Alemanno e Isabella Rauti: liaisons dangereuses al G8

Dopo aver parlato poco (e senza grossi sensi di colpa) di Berlusconi, escort e veline (e per niente di Veronica Lario e dei suoi sfoghi di povera moglie offesa) non ho neanche firmato l'appello, circolato recentemente, con il quale un gruppo di donne invitava le cosiddette first ladies a disertare il G8 a L'Aquila, denunciando le "vicende relazionali del premier, che trascendono la sfera personale e assumono un significato pubblico" e soprattutto "le modalità di reclutamento del personale politico" e i "comportamenti e discorsi sessisti che delegittimano con perversa e ilare sistematicità la presenza femminile sulla scena sociale e istituzionale. Questi comportamenti, gravi sul piano morale, civile, culturale, minano la dignità delle donne e incidono negativamente sui percorsi di autonomia e affermazione femminili" . Rilevo en passant che, questa volta, tra le first ladies c'era anche un first husband ovvero il consorte della cancelliera tedesca Angela Merkel (ma nessun* sembra essersene accorto, e qui la pretesa diagnosi di genere resta indietro rispetto alla realtà), ma non è questo adesso il punto. Nè voglio stare a farla lunga sull'aberrazione di rivolgersi alle mogli dei capi di stato invitati al G8 sperando in una improbabile unità di genere in nome del sessimo. Con sguardo obliquo mi soffermo invece su una piccola notiziola che rischia di passare pressoché inosservata e non meditata. Eppure una delle poche che segnalano, seppur indirettamente, come certe vicende italiane siano state recepite dalle first lady. Mi riferisco all'incontro tra la consorte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, Michelle, con i coniugi Alemanno durante le sue vacanze romane a margine del G8 (che, come tutte le altre, non ha boicottato). Sembra che la first lady statunitense abbia ammonito il sindaco di Roma a comportarsi bene con la moglie (tra parentesi: è Isabella Rauti, passata da pochi anni dalla Fiamma Tricolore del padre Pino Rauti all'Alleanza Nazionale del marito). E così al posto dell'agognata rivolta delle first lady ci è stato servito uno scialbo precetto di bon ton familiare.
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1 commento:

socialista eretico ha detto...

ahaha bella questa.
la giro.