giovedì 3 febbraio 2011

L'insurrezione mediterranea, gli equilibri postcoloniali spezzati e noi

L'insurrezione mediterranea e noi, è un articolo di qualche giorno fa (ma qui facciamo della necessità virtù, abbiamo sempre detto che non ci interessa, volendo usare il gergo giornalistico, "stare sulla notizia"), ma ve lo proponiamo oggi in lettura perché ha il pregio - oltre a quello di essere ancora di attualità, mettendo in luce la sfida che ci viene lanciata dalla rivolta che divampa sull'altra sponda del mediterraneo - anche di "rispondere" a un commento, lasciato da un anonimo (o anonima) alla nostra segnalazione dell'uscita del volume Schengenland. Immigrazione: politiche e culture in Europa. Da tempo oramai abbiamo attivato (et pour cause!) l'opzione "moderazione" e giornalmente sono decine i commenti (violentemente razzisti, sessisti, omofobi e spesso traboccanti di odio e minacce) che buttiamo abbastanza allegramente nel cestino prima che siano visibili. Ma con questo, che già nel linguaggio tradisce una certa matrice (gli Urali, i figli, la discendenza ...), abbiamo voluto fare eccezione, per memoria. Per memoria del lato più oscuro, ignorante e sguaiato del razzismo e sessismo che ammorbano questa sponda del mediterraneo. Al commento anonimo hanno già risposto altri/e - che ringraziamo per l'intelligenza, l'ironia e anche la tristezza -, e dunque qui semplicemente invitiamo il nostro anonimo a leggere L'insurrezione mediterranea e noi di Annamaria Rivera e rassegnarsi: " Qualunque ne sia l’esito, gli equilibri postcoloniali sono stati spezzati, quindi niente sarà più come prima, neanche per il Paese marginale che è diventata l’Italia" .

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