martedì 15 gennaio 2013

Il femminismo degli anni 70 a Genova / Un commento

Ricevo da Paola De Ferrari, che ringrazio ancora, un commento "collettivo" alla mia breve nota sul video-documentario Donne in movimento.Il femminismo a Genova negli anni 70. Un commento che a me ha offerto ulteriori spunti di riflessione su quanto sia sempre prezioso il confronto di fronte alla difficoltà - determinata anche da diversi posizionamenti e diverse collocazioni, anche geografiche e/o generazionali - di trasmettere "memoria" e "recepirla". Tornerò probabilmente, con più calma, su alcuni punti di questo lungo commento, ma intanto grazie ancora a Paola e a tutte/i coloro che hanno contribuito alla scrittura di questo commento collettivo. Buona lettura e riflessioni a tutte/i, e se ne avete il tempo ... condividete! // Cara Vi, grazie della recensione. Sempre preziosa anche nella critica, che ci da il modo di chiarire meglio il nostro intento. Ho provato a postare sul tuo blog, ma probabilmente il testo è troppo lungo e non è stato accettato, quindi te lo mando via mail, se riesci a farglielo "digerire" tu... Poiché il video è stato un lavoro di un collettivo di produzione cercherò di dare una risposta che dia conto dei pensieri di alcuni altr* coinvolti, ognuno con le sue sfumature differenti. Continuità e discontinuità, la manifestazione indetta da SNOQ del 13 febbraio. Come premessa direi, e diciamo nel video che il pensiero e la pratica femminista, dai Settanta in poi, continuano in modalità diverse, attraverso ben tre decenni e fino ad oggi Di tutti i pensieri e parole, e di tante manifestazioni importanti che hanno segnato il percorso, non è stato possibile dare conto con questo video ( sarebbe stato un altro anzi vari altri video! ). Inoltre, abbiamo messo in scena soprattutto degli elementi per una storia locale. Solo facendo approfondimenti locali si potrà poi scrivere la storia "generale" di questi anni...e vedere ciò che effettivamente è stato un evento condiviso, non necessariamente privo di ombre o ambiguità. Tu citi la manifestazione del 2007. Io non vi ho partecipato, solo seguita in parte via web, ma non la posso annoverare come un evento che a livello locale abbia significato un "prima" e un "dopo". Sicuramente altre donne genovesi vi avranno preso parte, ma non emerge dalle interviste fatte che sono tante, ma certo non "tutte". Non è un campione rappresentativo di alcunché. Sono donne che raccontano e si raccontano. Quindi, perché citare la manifestazione del 13 febbraio? Secondo me la manifestazione del 13 febbraio ha rappresentato, per Genova e dintorni, un evento, una scansione nell'immaginario di tantissime e tantissimi. Non solo donne con percorsi femministi e/o politicizzati, ma un vero evento di popolo, dove c'erano decine di migliaia di persone come non era più successo da molti anni, anche gente che per la prima volta metteva piede in una manifestazione. Nel video se ne vede un piccolo scorcio... Questo "è " un fatto, di cui tenere conto. Una grossa crepa, o forse un coperchio saltato, nell'affabulazione mediatica del regime patriarcal/capitalistico, il quale però ha riscosso vasti consensi per due decenni. Un evento che metteva a tema, con un effetto di ribaltamento, soprattutto, "il femminile", le donne in corpi e anime, uno dei pilastri del tragico incantamento fin dai primi tempi del regime berlusconiano. E perciò c'erano tante cose anche in contraddizione tra loro. L'obnubilamento durato venti anni, l'inquinamento molecolare non si scioglie in chiarezza e rigore in un momento... Sicuramente c'era un aspetto di ambivalenza anche in alcuni testi di convocazione (anche se io non mi ricordo una accentuazione così destroide di parole come religione e nazione!) ma forse valgono anche delle differenze locali. Dice Francesca Dagnino, del collettivo di redazione: "Dentro la manifestazione dell13 febbraio (a Genova bella, festosa con la modalità un po' incasinata delle nostre manifestazioni femministe dei nostri anni) c'erano molte cose, ma, mi pare, soprattutto, la voglia di esserci, ancora, di nuovo. Ho discusso animatamente con un gruppo di giovani donne che inalberavano il cartello "Non si tratta di femminismo, ma di dignità" sostenendo che era la stessa cosa. Ho sorriso complice al gruppo che urlava contro il patriarcato, ho guardato incuriosita e partecipe quello che mi circondava. Dico io: C'erano anche gruppi di ragazze più organizzati, che gridavano "le donne del passato...ce l'hanno insegnato...la nostra è una lotta contro il patriarcato" e altri slogano più tosti. Al che, rivedendoli, abbiamo riso, un riso un po' amarognolo...eccoci sistemate, noi "donne del passato"! ma anche questo è un "fatto" di cui tenere conto... c'è un segno di discontinuità, una voglia di dirsi in prima persona, per queste giovani. Non è ovvio? e poi, si discute, e si è discusso per mesi e mesi. E tutt'ora. Dice Gianfranco Pangrazio, regista: "Le sfumature presenti in quella manifestazione andavano ben aldilà del bigottismo anti-mignotte che, personalmente aborro, come la stragrande maggioranza delle protagoniste del video. Tuttavia è vero che il prosieguo di quel movimento è stato assai deludente. Ma forse questo è oggi un problema di qualsiasi movimento e non solo quello di SNOQ. E qui il discorso si fa lungo e complesso. Tornando al video non mi sembra che si sia voluto dare a quelle immagini un particolare significato simbolico rispetto al resto. Tant'è che il video non si conclude affatto con quelle immagini. Ma con i volti delle protagoniste, incluso quello della giovane autrice del testo che ha liberamente ispirato la sceneggiatura. Tutte in campo nel ricercare una strada per ridare dignità alla politica e alle loro rivendicazioni. E resistere agli anni di piombo che il pensiero unico ha imposto".C'entra quell'evento con il femminismo dei Settanta? penso di sì. Proprio ritornando a quegli anni, leggendo una marea di documenti, riguardando le foto, si sono squadernate sotto i nostri occhi le mille e mille facce e differenze che aveva il movimento - E sarebbe troppo lungo citarle. I tanti anni passati hanno offuscato le asperrime discussioni di una volta, autocoscienza, intervento esterno, legge sull'aborto, depenalizzazione, legge sulla violenza, si, no, rapporti con i partiti e/o gruppi politici e così via.Ma poi, come ritorna più volte nel ricordo delle intervistate, c'erano le "maree di donne nelle strade" e" ci sembrava di conoscerci tutte...", e la forza che esprimevano "quelle grandi manifestazioni..."questo ha segnato in modo indelebile l'immaginario sul femminismo dei Settanta. Si riusciva a parlare con e tra donne di provenienze ed esperienze assolutamente diverse, non solo tra chi era già in qualche modo consapevole di sé. Un segno di quel tempo, certamente il movimento femminista nasce e vive nei Settanta in un contesto storico mondiale che non è quello di questi anni. Era anche la forza dilagante di ciò che è nuovo, che si scopre per la prima volta... Me lo hanno ricordato, come emozione, anche le facce delle donne -e stavolta anche uomini - così diverse e così intente, scese a manifestare il 13 febbraio 2011. Questa non è la stessa lettura che hanno fatto altre, con altri video usciti negli ultimi anni. Ma sono ancora convinta che il "caso italiano " del movimento dei Settanta, la sua differenza rispetto ad altri paesi, sia stato proprio l'avere coinvolto e mobilitato in tanti modi diversi vere e proprie moltitudini di donne. Concludo ringraziandoti ancora, e aspettando di leggere il seguito di commenti... Un caro saluto Paola

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